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Pepe, Piperina, proprietà, benefici e controindicazioni

Pepe, Piperina, proprietà, benefici e controindicazioni

Pepe, Piperina, proprietà, benefici e controindicazioni

Tra le spezie una delle più conosciute è il pepe soprattutto per via di un alcaloide che contiene, la piperina.

Qual è la provenienza del pepe? E quali tipi di pepe sono presenti?

Il pepe nero, quello bianco e quello verde sono originari dell’India e provengono da un albero a liana, il Piper nigrum. Il pepe nero viene ottenuto dalle bacche acerbe, a differenza del pepe bianco che viene estratto dalle bacche mature. E la spezia più diffusa al mondo e, benché venga utilizzata prevalentemente in campo alimentare per rendere più piccanti i cibi, trova largo impiego nella preparazione di farmaci e di cosmetici, come conservante e come insetticida.

Quali sono le proprietà del pepe e del pepe e della piperina?

Analogamente alle altre spezie, il pepe aumenta la secrezione dell’amilasi salivare, della lipasi pancreatica, dell’amilasi, della tripsina, della chimotripsina e della lipasi intestinale ed aumenta l’attività delle pompe protoniche gastriche (per questo viene sconsigliato in presenza di gastrite e reflusso gastrico).

Le proprietà digestive del pepe sono correlate alla riduzione del tempo di transito del cibo a livello del tratto gastrointestinale, grazie all’effetto sia sugli enzimi digestivi che sulla secrezione biliare.

Il componente pungente attivo è la piperina, che è presente in misura del 5% circa ed e cento volte meno pungente della capsaicina. Al suo aroma contribuiscono i terpeni del pinene, sabinene, limonene.

La piperina è un alcaloide irritante che non ha né odore né sapore, ma che modifica significativamente l’intensità del gusto e quindi la percezione dei sapori, in particolare dell’amaro e dell’acidità. Come le altre spezie piccanti il pepe, alle dosi comunemente utilizzate, non danneggia la mucosa gastrica; al contrario, in letteratura e stata descritta un’azione protettiva della piperina nei confronti dell’ulcera gastrica indotta sperimentalmente nel ratto e nel topo.

Inoltre, secondo i risultati di studi sperimentali, la piperina interagirebbe con i lipidi di membrana delle cellule intestinali, modificandone la struttura, aumentando la lunghezza dei microvilli (quindi della superficie assorbente) e la permeabilità. Infine, in uno studio recente condotto sui topi, la piperina somministrata a basse dosi mostra un effetto lassativo, mentre ad alte dosi mostra attività anti secretoria e antidiarroica.

Queste osservazioni giustificano il tradizionale utilizzo del pepe nero nella preparazione di miscele di erbe impiegate nel trattamento dei disturbi della motilità intestinale.

Studi in altri modelli animali hanno dimostrato che la piperina aumenta la biodisponibilità di diversi nutrienti e di alcuni farmaci, dei quali inibisce il metabolismo in modo non specifico e influenza la spesa energetica o termogenesi, soprattutto agendo sul sistema nervoso simpatico, la cui attività è inversamente correlata al grasso corporeo.

Ricerche in vitro hanno dimostrato per la piperina un’attività protettiva contro il danno ossidativo, che è stata solo parzialmente confermata dagli studi in vivo: a basse concentrazioni essa si comporterebbe quindi come trasportatore (e quindi, funzionalmente, da “neutralizzatore”) di radicali liberi, mentre a concentrazioni elevate funzionerebbe da generatore dei radicali stessi. Nel ratto, l’aumento delle difese

antiossidanti in seguito a somministrazione di piperina si riflette sulla riduzione dell’ossidazione delle lipoproteine LDL, sulla protezione dal danno ossidativo associato al diabete mellito, sull’effetto chemopreventivo e sul controllo dell’ossidazione indotta da una dieta a elevato contenuto di grassi.

Documentata a livello sperimentale e anche l’attività antinfiammatoria della piperina che, in un modello sperimentale basato sull’uso di macrofagi peritoneali, sarebbe in grado di inibire la risposta infiammatoria indotta da lipopolisaccaridi (LPS).

Inoltre, in un modello sperimentale di artrite in vivo, la piperina si è dimostrata in grado di inibire l’infiammazione indotta da urato monosodico (classicamente la gotta è caratterizzata dalla deposizione di cristalli di urato di sodio all’interno e vicino alle articolazioni e ai tendini)

Recentemente e stata infine evidenziata un’attività neuroprotettiva della piperina, che, in un modello sperimentale che riproduce la patologia di Alzheimer nel ratto, ha avuto effetti positivi sulle performance di memoria e ha ridotto significativamente la neurodegenerazione a livello dell’ippocampo, probabilmente in associazione a una riduzione dell’attività dell’enzima acetilcolinesterasi.

Quali sono le controindicazioni del pepe?

Nel caso di patologie che sono legate all’apparato gastrico è necessario porre attenzione all’assunzione di pepe in quanto contribuisce ad aumentare la secrezione di acido cloridrico a livello gastrico, utile in condizioni fisiologiche ma che può aumentare la sensazione di bruciore in condizioni patologiche

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