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GEN 2020
- Blog di Nutrizione
La Dieta Antinfiammatoria o dieta anti-Infiammatoria.

La Dieta Antinfiammatoria o dieta anti-Infiammatoria.
Il ruolo della Dieta antinfiammatoria nella vita moderna
Alimentazione e stile di vita moderna portano l’organismo in condizioni sempre meno naturali e più lontane da quello che è la vita idonea all’essere umano. Stanchezza frequente, problemi intestinali, cattiva qualità del sonno, mal di testa, diabete, malattie neurodegenerative, muscolo tendinee e problematiche cardiache, tutto questo è accompagnato dall'Infiammazione.
- Cosa è l’infiammazione?
- Quali sono i mediatori dell’infiammazione?
- Come valutiamo lo stato infiammatorio?
- Quali sono le cause dello stato infiammatorio?
- Quanto può essere infiammatoria la Dieta?
- La Dieta Antinfiammatoria: quali sono le caratteristiche?
Cosa è l’infiammazione?
L’infiammazione è un meccanismo di difesa non specifico innato, che costituisce una risposta protettiva, seguente all’azione dannosa di agenti fisici, chimici o biologici; l’obiettivo finale è l’eliminazione della causa iniziale di danno e l’avvio del processo riparativo
Infiammazione in fase Acuta
L’infiammazione è quindi una condizione con risvolti utili in condizioni fisiologiche, per eliminare agenti potenzialmente dannosi, Nella condizioni acute, in risposta ad agenti esterni potenzialmente dannosi, si distinguono le fasi:
- Calor (aumento di Temperatura per aumento del metabolismo cellulare)
- Rubor (arrossamento per aumento di sangue nell’area interessata)
- Tumor (rigonfiamento per edema)
- Dolor (dolore)
Al termine di queste fasi possiamo avere una inibizione della funzionalità dell’area colpita
Infiammazione Cronica
L’infiammazione diventa un problema quando non viene eliminato la causa che l’ha scatenata ed in questo caso le citochine e mediatori dell’infiammazione, diventano essi stessi pro-infiammatori, creando un circolo vizioso
Quali sono i mediatori dell’infiammazione?
Qauli sono le molecole coinvolte nel processo infiammatorio?
1. Mediatori di origine plasmatica prodotti dall’attivazione del complemento e dal fegato
2. Mediatori di origine cellulare, come l’istamina, enzimi lisosomiali, prostaglandine, leucotrieni, fattori attivanti le piastrine, specie reattive dell’ossigeno, ossido di azoto, citochine
Come valutiamo lo stato infiammatorio?
Per capire qual è il livello di infiammazione del nostro corpo, vengono impiegati diversi marker
VES (velocità di eritrosedimentazione), PCR (proteina C reattiva) sono i parametri più “vecchi” anche se aspecifici, che sono stati impiegati per indicare la presenza dell’infiammazione
HB glicata, insulinemia, transaminasi, omocisteina, rapporto AA/EPA
Negli ultimi anni si è ricorsi a parametri più specific: citochine IL-6 (interleuchina 6), TNF-a (tumor necrosis factor), BAFF (B Cell Activating Factor) e PAF (Platelet Activating Factor); grazie a queste si riesce a risalire più facilmente alla causa anche alimentare che ha generato l’infiammazione.
Quali sono le cause dello stato infiammatorio?
Le cause dell’infiammazione. Come già accennato sono variegate:
- infezioni;
- patologia autoimmune
- lesioni tissutali da corpo estraneo
- Dieta errata
- stress cronico;
- stress ossidativo
- inquinamento atmosferico
Quanto può essere infiammatoria la Dieta?
La dieta riveste un ruolo fondamentale nei processi infiammatori. La dieta a cui siamo abituati da parecchia anni, è una dieta obesogena, che porta alla formazione di grasso viscerale, infiammatorio esso stesso; l’alimentazione occidentale è ricca di acidi grassi saturi e trans, povere in sostanze antiossidanti, stimola un’elevata produzione di insulina (infiammatoria), è sbilanciata nel rapporto omega6/omega3
La Dieta Antinfiammatoria: quali sono le caratteristiche?
La Dieta antinfiammatoria ha delle caratteristiche importanti, per diminuire il processo infiammatorio
- Mantenere constante la glicemia, evitando i picchi insulinici, mantenendo un carico glicemico contenuto, distribuito nell’arco di tutta giornata. Quindi è importante una corretta associazione di proteine, carboidrati e grassi ad ogni pasto
- Ripristinare un rapporto corretto di omega 3/omega6 di 1 a 3; nella dieta occidentale questo rapporto è spostato a valori di 1 a 10; un eccesso di omega 6 stimola la secrezione di eicosanoidi (prostaglandine, interleuchine, trombossani) pro-infiammatorie
- Limitazioni dei latticini, per il forte potere insulinogenico e di stimolo delle Igf-1 delle caseine, così come di uno stimolo intestinale legato alle caseomorfine (metaboliti delle caseine)
- Aumentare la quantità di antiossidanti, (polifenoli, vitamina A, C, E) presenti in frutta e verdura ed integratori. Curcumina, quercetina, il kaempferolo, si sono dimostrati importanti nel ridurre l’infiammazione mediata da NFkB e dell’incidenza tumorale
- Limitazione degli alimenti contenenti istamina e istamino-liberatori (inscatolati, insaccati, cacao, caffè, the etc..
- Limitazione delle carni rosse e carni non biologiche
- Limitazione delle Solanacee (pomodori in primis) anch’essi dimostrate coinvolte nell’infiammazione
- Limitazioni in funzione della patologia, di alimenti contenenti antinutrienti come ossalati fitati saponine e lectine
- In alcune patologie limitazione degli alimenti contenti glutine
- Supplementazione quando necessario di Vitamina D, B12, omega 3, glutatione, cromo
- Rotazione alimentare per evitare una saturazione di sostanze che per via dell’accumulo potrebbero dare origine ad infiammazione ed intolleranze alimentari
- Attività fisica regolare, sia di tipo aerobico che anaerobico, in grado ridurre i processi infiammatori, con inibizione della catena di rilascio di citochine infiammatorie (IL-1 e TNF-a)
- Attività rilassanti e che possano ridurre i livelli di ormoni che se cronicizzati hanno effetti infiammatori, come il cortisolo
Ogni situazione deve essere personalizzata, a seconda delle condizioni iniziali (una Hashimoto richiede un’alimentazione diversa dal caso di endometriosi)
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Dr Neri Nutrizionista a Bologna
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